Pazienti in tutti i sensi ed il disagio di uno studente di medicina.
Stavo giusto ripensando ai momenti di puro dramma dell'anno scorso, quando iniziavo ad avere a che fare con dei veri e propri pazienti, e quindi ecco qui un nuovo post sui miei drammi medicali!
L'anno scorso ho iniziato con le lezioni pratiche in una clinica cardiologica. E ho avuto a che fare con i pazienti. Imparare ed abituarmi a chiedere ed annotare la storia clinica del paziente ed i sintomi che lo hanno portato ad essere li. Spesso ai pazienti piaceva parlare e spesso erano loro a mettere me ed i miei colleghi a nostro agio, capendo che ne avevamo bisogno disperatamente in alcuni momenti. Li i dottori, nostri tutor, ci hanno mostrato come valutare un paziente, cosa guardare, cosa toccare, cosa auscultare e soprattutto come fare tutto questo aldilà della mera teoria. Ed era in quei momenti di praticità che i pazienti si guadagnavano questo titolo a tutti gli effetti; grazie a tutta la pazienza che dimostravano nei confronti di noi studenti che li trattavamo come materiale di studio, che li osservavamo con curiosità e dubbio. Non è facile stare male ed avere perfino la pazienza di essere attorniati da tanti dottori wannabe, probabilmente chiassosi e che parlano della tua cartella clinica li, nella tua stessa stanza, ed in un'altra lingua. Spesso sono più concentrata sulla mia ansia di essere li e di non essere all'altezza delle aspettative che non penso all'ansia che devono vivere loro in quei letti. Saranno i loro atteggiamenti accomodanti ed i loro sguardi comprensivi e rassegnati.
Meritano tanto rispetto questi pazienti, ed il minimo che io possa fare è essere gentile e cordiale nei loro confronti e salutarli con un lieve sorriso al mattino, entrando nelle loro stanze per studiarli.
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